giornale online dell' Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione formia(lt)- italia
domenica 31 marzo 2013
sabato 30 marzo 2013
GENERAZIONI IN SALA D’ASPETTO I GIOVANI NELLO SCHIACCIANOCI
Specialmente ai nostri tempi, tempi in
cui la crisi si fa sentire pesantemente e costringe una sempre più alta
percentuale di italiani alla semi-povertà, volevo fare una piccola riflessione
su una delle cause della non crescita dell'economia della penisola: la
disoccupazione dei giovani, disoccupazione che dipende dalla presenza massiccia
di anziani ancora al lavoro. Giovani a spasso e anziani ancora a lavoro
potremmo dire...si perché mentre i giovani non riescono a trovare un posto di
lavoro e sono costretti ancora a vivere a casa dei genitori, gli anziani devono
raggiungere i 67 anni di vita per poter cominciare a godersi una pensione
(minima nella maggior parte dei casi...) e una vita tranquilla. Tra gli altri
paradossi c'è il fatto che in Italia non ci sono periodi o stage formativi per
i giovani che ancora frequentano la scuola, come per esempio accade in
Germania, e quindi i ragazzi si trovano ad uscire dalla scuola superiore senza
alcun tipo di esperienza, requisito INDISPENSABILE per chi oggi vuole ambire ad
un posto di lavoro. Una situazione contraddittoria, insomma, in cui l'aumento
dell'età pensionabile e la conseguente assenza del ricambio generazionale
chiudono i giovani in uno schiaccianoci dal quale sembra impossibile uscire.
venerdì 29 marzo 2013
Le banche d'affari e il potere: Obtorto collo
Le banche d'affari e il potere: Obtorto
collo a cura di natale capodiferro
Malvolentieri si apprende che sarebbero alcuni politici italiani(nella fattispecie il Movimento 5 Stelle) a volere
l’uscita dall’Euro, quando ne hanno invece chiesto chiesto il solo referendum esplorativo e, a nulla è servito declinare l’invito a non considerasi anti euro da parte di tutte le forze politiche. Semmai quello che sconcerta, noi italiani, è che non siamo gli unici a chiedere la ridefinizione dei trattati, le relazioni economico-sociali
che dovrebbero legare le singole Nazioni nella comunità europea. Forse allo stato attuale più che di politica in senso stretto, sarebbe più giusto, ad una analisi più integrata, parlare di politica
economico-finanziara, si badi bene in quanto intesa come l’ ECONOMIA derivante dalla FINANZA,
dell’Area Euro, poiché nulla a che vedere con l’integrazione politica europea.
Se pensiamo che non c’è nell’EU, un parlamento politico che possa indirizzare
scelte che non siano dell’apparato della BCE, e che altri componenti politiche italiane- hanno e stanno affermando che l’Italia DEVE
intervenire per cambiare le regole-, e
che le maglie stiano divenendo sempre più strette per l’Italia per districarsi
tra debito pubblico e recessione/crescita, dobbiamo allora pensare che l’UE, quello che la stragrande
maggioranza delle persone pensa, è solo finanza, indotta diremo, visto
l’esempio di Cipro oggi e la Grecia e l’Italia ieri .
Che la Goldman Sachs si sia potuta esprimere -per ben due volte- in
parere su una “figura” politica di uno Stato Sovrano è di tutta evidenza l’ingerenza, così come lo
sono l’interferenza delle Banche ed
Istituti Finanziari che entrano, ma lo sono già e a chiare mani, nei poteri di quasi tutti gli Stati Europei e
non. E questo Noi non lo desideriamo perché non vogliamo essere governati dalle
Banche.
Vogliamo, invece, che siano al servizio dei cittadini e delle imprese
e non li imbottiscano di titoli senza valore, anzi, come successo, che li
indebitino ancor di più. Vogliamo che l’Europa sia la corrispondenza logica di
una politica-sociale delle nazioni che vi partecipano e non la lotta
finanziaria di multinazionali finanziarie,
di Banche d’affari e Banche Nazionali, conseguentemente e coerentemente con
l’ipotesi originaria dei padri fondatori. Desidereremmo che le Nazioni principali (Germania e Francia in testa) e la Troika
(BCE/FMI/UE a cui si aggiunge anche la FRS –Federal Reserve System degli USA )che
oggi impongono a Cipro, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda, etc. di
prelevare i soldi dai conti correnti dei cittadini o inducono pesantissime e
gravose tassazioni attraverso presunte riforme, intervengano per risanare la
situazione economica aiutando e
costruendo un futuro (lavoro)europeo, poiché è loro interesse, e non perché- e
questa è la vera ragione, per recuperare il denaro - che con lo spread così
alto ormai non ha più valore redditizio- che le
loro Banche hanno “speso”comprando i titoli nazionali di quegli Stati.
E che addirittura possano esprimere opinioni sui governi ed indicarne
“positività”(Governo Monti) o negatività( Movimento 5 Stelle) è la chiara indicazione che
oggi la politica la indica il potere finanziario e che il cittadino ha perso ogni riconoscibilità.
Con disappunto è facile oltremodo notare che proprio le banche sono state aiutate, con
ingenti finanziamenti ad irrisori tassi di interesse dalla BCE, non i
cittadini, e per cosa? Si indovini? Per comprare i titoli di stato delle
sovranità più a rischio, compresa l’Italia, e far abbassare lo spread. Si lo
spread!
Dunque, non per creare posti di lavoro, non per dare ossigeno e fondi alle imprese e magari eliminare il cuneo
fiscale e l’Irap in Italia -gravosissimi, non per creare “comunità” ma solo e
semplicemente per far rientrare gli investimenti dei “Titoli di Stato”
acquisiti dalle Banche Nazionali, che ormai non rendono più.
E’ questa l’Europa auspicata dalle banche? Non una traccia di creazione di
lavoro “comunitario”(ogni nazione-vedi la Germania-Francia che si strutturano
secondo una propria identità imponendo un proprio modello), non un trattato a
protezione degli stati più a rischio(Debito Pubblico), per riqualificarne le
tradizioni, la cultura e le imprenditorialità, non un cenno
sull’interdipendenza economica degli Stati e di misure atte a sviluppare una
politica di non recessione.
E come se non bastasse, ogni paese dell’UE sta perdendo anche la
dignità delle proprie autoctone produzioni, che si sono arricchite, in
millenni, faticosamente, perché infangate da una generalizzazione(qualitativa)
che non ha fine, per il latte, la cioccolata, la pasta, i salumi, vino, etc. tutto,
ormai, si è “voluto”standardizzato. Non possiamo produrre più latte, pescare
tonno, coltivare aranci(domandate in giro quale sia l’effettiva quantità
lasciata a perdere perché non vendibile oltre una certa quantità prodotta).
Perciò la Goldman Sachs stia tranquilla. Gli Italiani sono Europei e si riconoscono nell’Europa e nella UE e rispettano il governo di
Strasburgo. Ma vorrebbero che la politica
parlasse più degli Stati e delle loro problematiche che delle Banche e
dei loro interessi.
domenica 24 marzo 2013
I rifiuti in acqua e dall'aria
I rifiuti in acqua e dall'aria a cura di Raffaela Silvestri
L’essere umano,
l’unica specie in grado di produrre giornalmente abnormi
quantità di rifiuti
che impropriamente invadono l’intero pianeta nessun luogo è escluso dato che
anche le acque siano esse fiumi o oceani, sono vittime di questo spietato e
incurante “serial killer” autolesionista che opera con lo
stesso “modus
operandi”: l’INDIFFERENZA. Purtroppo, l’uomo sta avvicinando sia la terra che se
stesso a un’inarrestabile e irreversibile tragica fine ovvero la morte. Per
evitare ciò farebbe meglio ad agire con tempestività e impiegare più denaro nello
studio e nell’applicazione di nuove tecniche per lo smaltimento dei
rifiuti, specialmente quelli non decomponibili con semplicità come: le fibre
sintetiche, il polistirolo, i fanghi chimici, la plastica, i prodotti
ospedalieri e i milioni di nurdles ( le microsfere utilizzate nella cosmesi per creare
“creme di bellezza”). Tutti questi materiali non biodegradabili
invadono violentemente l’80% degli ambienti marini. Questi ultimi hanno
un’altra fonte di inquinamento impossibile da trascurare, le tanto amate navi da
crociera che con il loro fascino e lussuria nascondono l’altra faccia della
medaglia, infatti migliaia di esse transitano ogni anno nei mari, nei fiumi e negli
oceani disperdendo nell’ambiente prodotti tossici causati dalla combustione
dei carburanti. La maggior parte si cura esclusivamente della propria attività
ignorando che molto probabilmente se non si agisce, “futuristicamente”,
non ci sarà più spazio per il loro passaggio perché le acque saranno invase da
nuove isole di spazzatura!...o forse l’uomo sta cercando di creare nuove mete
turistiche attraverso gli “immondezzai” acquatici?
PROBABILMENTE,
durante una crociera ne ammireremo alcuni, come i già esistenti “Great Pacific
Garbage Patch” nell’ Oceano Pacifico e l’ “Indian Ocean Garbage Patch” scoperto nel
2010 al centro dell’Oceano Indiano. Purtroppo nessun elemento è immune
da questo “serial killer”, poiché recenti studi dimostrano che gli scarichi
aerei con le loro emissioni di agenti atmosferici inquinanti come l’anidride
solforosa e gli ossidi di azoto danneggiano l’ecosistema. Ritornando sulla
terra ferma dove la situazione degenera ogni giorno sempre di più, divenendo così
drammatica e aggressiva da aver assalito persino l’Everest, un tempo luogo
inaccessibile e adesso preda dei turisti troppo spesso incivili, che contribuiscono
alla “fusione” dei rifiuti con le pareti rocciose e siderose del monte,
rovinando una delle più belle e importanti risorse naturali del mondo. Impossibile
poi, non menzionare Irpinia, divenuta ormai, per antonomasia l’ “immondezzaio
della Campania”, una terra molto importante per il Meridione dato che da qui
sgorga il 35% delle acque del Sud Italia e interessa tre regioni: la Puglia,
la Basilicata e la Campania. Sebbene siano intervenuti l’Europa e in
particolare la Germania stanziando 500 milioni di Euro per favorire il rilancio del
territorio nel tentativo di liberarlo dagli ammassi di rifiuti, non c’è stato
verso, l’indifferenza e l’avidità degli uomini colpiscono ancora!
Infatti, non è solo
con i il denaro che si risolve il problema, tutti sono chiamati a salvare
se stessi e l’ambiente apportando cambiamenti prima nelle mentalità,
aumentando e rendendo più efficienti le campagne di sensibilizzazione
focalizzando l’attenzione in particolar modo, sui bambini e sui giovani e
successivamente apportando miglioramenti nell’ecosistema perché…VOLERE È
POTERE!
mercoledì 20 marzo 2013
MUSEO DELL'ACETO BALSAMICO
IL MUSEO DELL'ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE DI MODENA a cura di Fabozzi Rita
Il “Museo dell’Aceto Balsamico
Tradizionale” di Modena nasce nel 2002 a Spilamberto con l’intento di far
conoscere al pubblico un prodotto inimitabile, che nel 2000 ha ottenuto il
marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta). Attraverso le sale del museo
il visitatore potrà apprendere tutte le fasi di produzione che occorrono per la
perfetta riuscita dell’aceto balsamico tradizionale e scoprire i segreti da
secoli custoditi nelle acetaie di famiglia e tramandati di generazione in
generazione. Per ulteriori informazioni potete consultare il sito www.museodelbalsamicotradizionale.org
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