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sabato 30 marzo 2013

GENERAZIONI IN SALA D’ASPETTO I GIOVANI NELLO SCHIACCIANOCI


Generazioni in sala d’aspetto i giovani nello schiaccianoci    a cura di Rita Fabozzi 

Specialmente ai nostri tempi, tempi in cui la crisi si fa sentire pesantemente e costringe una sempre più alta percentuale di italiani alla semi-povertà, volevo fare una piccola riflessione su una delle cause della non crescita dell'economia della penisola: la disoccupazione dei giovani, disoccupazione che dipende dalla presenza massiccia di anziani ancora al lavoro. Giovani a spasso e anziani ancora a lavoro potremmo dire...si perché mentre i giovani non riescono a trovare un posto di lavoro e sono costretti ancora a vivere a casa dei genitori, gli anziani devono raggiungere i 67 anni di vita per poter cominciare a godersi una pensione (minima nella maggior parte dei casi...) e una vita tranquilla. Tra gli altri paradossi c'è il fatto che in Italia non ci sono periodi o stage formativi per i giovani che ancora frequentano la scuola, come per esempio accade in Germania, e quindi i ragazzi si trovano ad uscire dalla scuola superiore senza alcun tipo di esperienza, requisito INDISPENSABILE per chi oggi vuole ambire ad un posto di lavoro. Una situazione contraddittoria, insomma, in cui l'aumento dell'età pensionabile e la conseguente assenza del ricambio generazionale chiudono i giovani in uno schiaccianoci dal quale sembra impossibile uscire.

venerdì 29 marzo 2013

Le banche d'affari e il potere: Obtorto collo

Le banche d'affari e il potere: Obtorto collo    a cura di natale capodiferro

Malvolentieri si apprende che sarebbero alcuni politici italiani(nella fattispecie il Movimento 5 Stelle) a volere l’uscita dall’Euro,  quando ne hanno invece chiesto chiesto il solo referendum esplorativo e, a nulla è servito declinare l’invito a non considerasi  anti euro da parte di tutte le forze politiche. Semmai quello che sconcerta, noi italiani, è che non siamo gli unici a chiedere la  ridefinizione dei trattati, le relazioni economico-sociali che dovrebbero legare le singole Nazioni nella comunità europea. Forse allo stato attuale più che di politica in senso stretto, sarebbe più giusto, ad una analisi più integrata, parlare di politica economico-finanziara, si badi bene in quanto intesa come  l’ ECONOMIA derivante dalla FINANZA, dell’Area Euro, poiché nulla a che vedere con l’integrazione politica europea. Se pensiamo che non c’è nell’EU, un parlamento politico che possa indirizzare scelte che non siano dell’apparato della BCE, e che altri componenti politiche italiane-  hanno e stanno affermando che l’Italia DEVE intervenire per cambiare le regole-,  e che le maglie stiano divenendo sempre più strette per l’Italia per districarsi tra debito pubblico e recessione/crescita, dobbiamo allora pensare  che l’UE, quello che la stragrande maggioranza delle persone pensa, è solo finanza, indotta diremo, visto l’esempio di Cipro oggi e la Grecia e l’Italia ieri .
Che la Goldman Sachs si sia potuta esprimere -per ben due volte- in parere su una “figura” politica di uno Stato Sovrano  è di tutta evidenza l’ingerenza, così come lo sono  l’interferenza delle Banche ed Istituti Finanziari che entrano, ma lo sono già e a chiare mani,  nei poteri di quasi tutti gli Stati Europei e non. E  questo Noi non lo desideriamo perché non vogliamo essere governati dalle Banche.
Vogliamo, invece, che siano al servizio dei cittadini e delle imprese e non li imbottiscano di titoli senza valore, anzi, come successo, che li indebitino ancor di più. Vogliamo che l’Europa sia la corrispondenza logica di una politica-sociale delle nazioni che vi partecipano e non la lotta finanziaria  di multinazionali finanziarie, di Banche d’affari e Banche Nazionali, conseguentemente e coerentemente con l’ipotesi originaria dei padri fondatori. Desidereremmo che le Nazioni principali (Germania e Francia in testa) e la Troika (BCE/FMI/UE a cui si aggiunge anche la FRS –Federal Reserve System degli USA )che oggi impongono  a Cipro, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda, etc. di prelevare i soldi dai conti correnti dei cittadini o inducono pesantissime e gravose tassazioni attraverso presunte riforme, intervengano per risanare la situazione economica  aiutando e costruendo un futuro (lavoro)europeo, poiché è loro interesse, e non perché- e questa è la vera ragione, per recuperare il denaro - che con lo spread così alto ormai non ha più valore redditizio-  che le  loro Banche hanno “speso”comprando i titoli nazionali di quegli Stati.
E che addirittura possano esprimere opinioni sui governi ed indicarne “positività”(Governo Monti) o negatività( Movimento 5 Stelle) è la chiara indicazione che oggi la politica la indica il potere finanziario e che il cittadino ha perso ogni riconoscibilità.
Con disappunto è facile oltremodo notare che proprio le banche sono state aiutate, con ingenti finanziamenti ad irrisori tassi di interesse dalla BCE, non i cittadini, e per cosa? Si indovini? Per comprare i titoli di stato delle sovranità più a rischio, compresa l’Italia, e far abbassare lo spread. Si lo spread!
Dunque, non per creare posti di lavoro, non per dare ossigeno e fondi  alle imprese e magari eliminare il cuneo fiscale e l’Irap in Italia -gravosissimi, non per creare “comunità” ma solo e semplicemente per far rientrare gli investimenti dei “Titoli di Stato” acquisiti dalle Banche Nazionali, che ormai non rendono più.
E’ questa l’Europa auspicata dalle banche? Non una traccia di creazione di lavoro “comunitario”(ogni nazione-vedi la Germania-Francia che si strutturano secondo una propria identità imponendo un proprio modello), non un trattato a protezione degli stati più a rischio(Debito Pubblico), per riqualificarne le tradizioni, la cultura e le imprenditorialità, non un cenno sull’interdipendenza economica degli Stati e di misure atte a sviluppare una politica di non recessione.
E come se non bastasse, ogni paese dell’UE sta perdendo anche la dignità delle proprie autoctone produzioni, che si sono arricchite, in millenni, faticosamente, perché infangate da una generalizzazione(qualitativa) che non ha fine, per il latte, la cioccolata, la pasta, i salumi, vino, etc. tutto, ormai, si è “voluto”standardizzato. Non possiamo produrre più latte, pescare tonno, coltivare aranci(domandate in giro quale sia l’effettiva quantità lasciata a perdere perché non vendibile oltre una certa quantità prodotta).
Perciò la Goldman Sachs stia tranquilla. Gli Italiani sono Europei e si riconoscono nell’Europa e nella UE e rispettano  il governo di  Strasburgo. Ma vorrebbero che la politica  parlasse più degli Stati e delle loro problematiche che delle Banche e dei loro interessi.  

domenica 24 marzo 2013

I rifiuti in acqua e dall'aria

I rifiuti in acqua e dall'aria   a cura di Raffaela Silvestri


L’essere umano, l’unica specie in grado di produrre giornalmente abnormi 
quantità di rifiuti che impropriamente invadono l’intero pianeta nessun luogo è escluso dato che anche le acque siano esse fiumi o oceani, sono vittime di questo spietato e incurante “serial killer” autolesionista che opera con lo 
stesso “modus operandi”: l’INDIFFERENZA. Purtroppo, l’uomo sta avvicinando sia la terra che se stesso a un’inarrestabile e irreversibile tragica fine ovvero la morte. Per evitare ciò farebbe meglio ad agire con tempestività e impiegare più denaro nello studio e nell’applicazione di nuove tecniche per lo smaltimento dei rifiuti, specialmente quelli non decomponibili con semplicità come: le fibre sintetiche, il polistirolo, i fanghi chimici, la plastica, i prodotti ospedalieri e i milioni di nurdles ( le microsfere utilizzate nella cosmesi per creare “creme di bellezza”). Tutti questi materiali non biodegradabili invadono violentemente l’80% degli ambienti marini. Questi ultimi hanno un’altra fonte di inquinamento impossibile da trascurare, le tanto amate navi da crociera che con il loro fascino e lussuria nascondono l’altra faccia della medaglia, infatti migliaia di esse transitano ogni anno nei mari, nei fiumi e negli oceani disperdendo nell’ambiente prodotti tossici causati dalla combustione dei carburanti. La maggior parte si cura esclusivamente della propria attività ignorando che molto probabilmente se non si agisce, “futuristicamente”, non ci sarà più spazio per il loro passaggio perché le acque saranno invase da nuove isole di spazzatura!...o forse l’uomo sta cercando di creare nuove mete turistiche attraverso gli “immondezzai” acquatici? 
PROBABILMENTE, durante una crociera ne ammireremo alcuni, come i già esistenti “Great Pacific Garbage Patch” nell’ Oceano Pacifico e l’ “Indian Ocean Garbage Patch” scoperto nel 2010 al centro dell’Oceano Indiano. Purtroppo nessun elemento è immune da questo “serial killer”, poiché recenti studi dimostrano che gli scarichi aerei con le loro emissioni di agenti atmosferici inquinanti come l’anidride solforosa e gli ossidi di azoto danneggiano l’ecosistema. Ritornando sulla terra ferma dove la situazione degenera ogni giorno sempre di più, divenendo così drammatica e aggressiva da aver assalito persino l’Everest, un tempo luogo inaccessibile e adesso preda dei turisti troppo spesso incivili, che contribuiscono alla “fusione” dei rifiuti con le pareti rocciose e siderose del monte, rovinando una delle più belle e importanti risorse naturali del mondo. Impossibile poi, non menzionare Irpinia, divenuta ormai, per antonomasia l’ “immondezzaio della Campania”, una terra molto importante per il Meridione dato che da qui sgorga il 35% delle acque del Sud Italia e interessa tre regioni: la Puglia, la Basilicata e la Campania. Sebbene siano intervenuti l’Europa e in particolare la Germania stanziando 500 milioni di Euro per favorire il rilancio del territorio nel tentativo di liberarlo dagli ammassi di rifiuti, non c’è stato verso, l’indifferenza e l’avidità degli uomini colpiscono ancora! 
Infatti, non è solo con i il denaro che si risolve il problema, tutti sono chiamati a salvare se stessi e l’ambiente apportando cambiamenti prima nelle mentalità, aumentando e rendendo più efficienti le campagne di sensibilizzazione focalizzando l’attenzione in particolar modo, sui bambini e sui giovani  e successivamente apportando miglioramenti nell’ecosistema perché…VOLERE È POTERE! 

mercoledì 20 marzo 2013

MUSEO DELL'ACETO BALSAMICO


IL MUSEO DELL'ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE DI MODENA   a cura di Fabozzi Rita


Il “Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale” di Modena nasce nel 2002 a Spilamberto con l’intento di far conoscere al pubblico un prodotto inimitabile, che nel 2000 ha ottenuto il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta). Attraverso le sale del museo il visitatore potrà apprendere tutte le fasi di produzione che occorrono per la perfetta riuscita dell’aceto balsamico tradizionale e scoprire i segreti da secoli custoditi nelle acetaie di famiglia e tramandati di generazione in generazione. Per ulteriori informazioni potete consultare il sito www.museodelbalsamicotradizionale.org


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