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venerdì 24 maggio 2013

Museo del Vino e Museo dell’Olivo e dell’Olio

Museo del Vino e Museo dell’Olivo e dell’Olio a cura di Fabozzi Rita


A sostegno dell’economia agricola del territorio di Torgiano, nella provincia di Perugia, la Fondazione Lungarotti si occupa della gestione del “Museo del Vino” e del “Museo dell’Olivo e dell’Olio”. I due musei sono una straordinaria macchina del tempo che, attraverso collezioni archeologiche, artistiche e corredi tecnici per la viticoltura, la vinificazione e l’estrazione dell’olio, guida il visitatore oltre 5000 anni di storia. I musei propongono il vino e l’olio non solo come alimento, ma come complessi prodotti di cultura. Per qualsiasi informazione consultate il sito www.lungarotti.it

lunedì 20 maggio 2013

Pubblicità 3.0

Pubblicità 3.0   a cura di Di Tucci civita e Capodiferro Natale

Oggigiorno lo scopo della pubblicità non si basa solo sul vende
re un prodotto, ma attrarre l'attenzione emotiva del consumatore è il nuovo obiettivo. L'intento è conquistare l'ascoltatore tramite l'empatia, facendo capire al pubblico che tutti sono sulla stessa barca, una barca che sta attraversando un mare di criticità politica ed economica. La crisi sta segnando tutti in un modo o nell'altro. Così che anche la pubblicità ne subisce e sortisce gli effetti.
La pubblicità ormai parla di noi, delle nostre vite, ci mostra la realtà da un punto di vista più ironico e creativo. I venditori vogliono essere ricordati non solo per i prodotti che mostrano e vendono ma...per le emozioni che tramite la pubblicità riescono a trasmettere.
Ma se è giusto propagandare il prodotto è poi altrettanto giusto trasmettere emozioni, sentimenti ed altro che non sono di tutti? Ecco il fatto che la pubblicità sia ormai "mirata" ad ognuno di noi è sotto la nostra faccia. Ognuno se apre il proprio Pc e il proprio browser può comodamente ammirare nel suo una pubblicità diversa da quello dell'amica accanto. Pubblicità ingannevole, falsa? No solo "indirizzata" alle specifiche qualità, sensazioni, emozioni, interessi etc. che si mostrano, ognuno per se, avere nel web quando digitiamo qualunque parola o meglio quelle che digitiamo di più. Saremo allora perseguitati! Ma no. Basterà aver cura di difendersi evitando di rispondere sempre agli annunci o aver cura di proteggersi con adeguati spyware. 


sabato 18 maggio 2013

Come vedo la scuola


Come vedo la scuola  a cura di Rita Fabozzi  e Capodiferro Natale

Viene voglia di citare una frase di Jacques Maritain in Education and the Humanities(Toronto, 1952) al fine di promuovere un dibattito che dia lo spunto per una visione vera della scuola, che oggi ha perso i suoi connotati originari:
"La vera educazione liberale non considera gli studenti come futuri professori e specialisti, nè come 'gentleman' o membri di una classe privilegiata, ma come futuri cittadini che devono comportarsi come uomini liberi, capaci di esprimere giudizi validi e indipendenti, e capaci di godere la comune eredità di sapere e bellezza"
 La Scuola deve saper formare prima di tutto i cittadini come uomini liberi, deve essere sicuramente pubblica e istituzionale e, soprattutto, non deve creare fragilità facendo spendere, con consapevolezza sicura, le competenze e i saperi acquisiti. A fronte di ciò vengono dibattuti frequentemente, nel mondo politico e culturale ed economico temi quali:
1. La scuola come LAVORO SOCIALE e BENE COMUNE;
2. La scuola come luogo del  PENSIERO DIVERGENTE;
3. A scuola con il COLLABORATIVE LEARNING(apprendimento collaborativo);
4. La ripresa economica solo dalla RIPRESA DELLA CULTURA.
Se da un lato si considera la cultura, l’istruzione e la formazione dei giovani, quali imprescindibili ed amovibili sostegni della vita del paese non è tralaltro giusto, poi, discriminarli, condannandoli a "sola spesa da tagliare", in quanto la crescita economica prescinde da quella culturale e questa come requisito della scuola è lo strumento essenziale per la crescita etica e morale dell’ individuo e della collettività nella società.
E sarebbe quantomeno principale che come bene comune della collettività fungesse da spartitraffico tra la pubertà, infinito gioco delle parti in gioco-mentali e fisiche, e la maturità, che purtroppo oggi tendiamo ad identificare solo nell'aspetto di modifica del comportamento e dell'intelletto, intesa come potenziale effettivo intellettivo-fisico, che nel suo dinamismo di "crescita", porti ad una maggiore articolazione e flessibilità del pensiero. La scuola intesa come lavoro sociale è pertanto l'estensione del bene comune acquisito a favore della collettività. E' allora il pensiero divergente che ci animerà nella ricerca estrema del "diverso", dell' "altrui dimensione, posizione e visione", verso il raggiungimento dell'obiettivo di inquadrare "le problematiche" da vari punti di vista. Saranno poi questi che, quasi in una analisi dei costi e benefici, riveleranno la via da percorrere per arrivare all'arricchimento personale che non passerà più per quella "macchina infernale seriale" che oggi è la scuola, ma nella continua ed estenuata ricerca della migliore soluzione. Scuola come riflessione e rivalutazione dei dati, scuola come operativizzazione dei contenuti acquisiti mnemonicamente, scuola non  staccata dal territorio. L'apprendimento collaborativo aiuta lo studente o meglio il semplice studente a valutarsi e a farsi valutare ma soprattutto a scambiarsi ruoli ed opinioni tra tutti, concedendo allora alla vera funzione della scuola, la distribuzione di nozioni, che,  discusse e fagocitate dall'intero nucleo degli alunni/classe, diventino apprendimento,  di venir fuori.

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