Le banche d'affari e il potere: Obtorto
collo a cura di natale capodiferro
Malvolentieri si apprende che sarebbero alcuni politici italiani(nella fattispecie il Movimento 5 Stelle) a volere
l’uscita dall’Euro, quando ne hanno invece chiesto chiesto il solo referendum esplorativo e, a nulla è servito declinare l’invito a non considerasi anti euro da parte di tutte le forze politiche. Semmai quello che sconcerta, noi italiani, è che non siamo gli unici a chiedere la ridefinizione dei trattati, le relazioni economico-sociali
che dovrebbero legare le singole Nazioni nella comunità europea. Forse allo stato attuale più che di politica in senso stretto, sarebbe più giusto, ad una analisi più integrata, parlare di politica
economico-finanziara, si badi bene in quanto intesa come l’ ECONOMIA derivante dalla FINANZA,
dell’Area Euro, poiché nulla a che vedere con l’integrazione politica europea.
Se pensiamo che non c’è nell’EU, un parlamento politico che possa indirizzare
scelte che non siano dell’apparato della BCE, e che altri componenti politiche italiane- hanno e stanno affermando che l’Italia DEVE
intervenire per cambiare le regole-, e
che le maglie stiano divenendo sempre più strette per l’Italia per districarsi
tra debito pubblico e recessione/crescita, dobbiamo allora pensare che l’UE, quello che la stragrande
maggioranza delle persone pensa, è solo finanza, indotta diremo, visto
l’esempio di Cipro oggi e la Grecia e l’Italia ieri .
Che la Goldman Sachs si sia potuta esprimere -per ben due volte- in
parere su una “figura” politica di uno Stato Sovrano è di tutta evidenza l’ingerenza, così come lo
sono l’interferenza delle Banche ed
Istituti Finanziari che entrano, ma lo sono già e a chiare mani, nei poteri di quasi tutti gli Stati Europei e
non. E questo Noi non lo desideriamo perché non vogliamo essere governati dalle
Banche.
Vogliamo, invece, che siano al servizio dei cittadini e delle imprese
e non li imbottiscano di titoli senza valore, anzi, come successo, che li
indebitino ancor di più. Vogliamo che l’Europa sia la corrispondenza logica di
una politica-sociale delle nazioni che vi partecipano e non la lotta
finanziaria di multinazionali finanziarie,
di Banche d’affari e Banche Nazionali, conseguentemente e coerentemente con
l’ipotesi originaria dei padri fondatori. Desidereremmo che le Nazioni principali (Germania e Francia in testa) e la Troika
(BCE/FMI/UE a cui si aggiunge anche la FRS –Federal Reserve System degli USA )che
oggi impongono a Cipro, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda, etc. di
prelevare i soldi dai conti correnti dei cittadini o inducono pesantissime e
gravose tassazioni attraverso presunte riforme, intervengano per risanare la
situazione economica aiutando e
costruendo un futuro (lavoro)europeo, poiché è loro interesse, e non perché- e
questa è la vera ragione, per recuperare il denaro - che con lo spread così
alto ormai non ha più valore redditizio- che le
loro Banche hanno “speso”comprando i titoli nazionali di quegli Stati.
E che addirittura possano esprimere opinioni sui governi ed indicarne
“positività”(Governo Monti) o negatività( Movimento 5 Stelle) è la chiara indicazione che
oggi la politica la indica il potere finanziario e che il cittadino ha perso ogni riconoscibilità.
Con disappunto è facile oltremodo notare che proprio le banche sono state aiutate, con
ingenti finanziamenti ad irrisori tassi di interesse dalla BCE, non i
cittadini, e per cosa? Si indovini? Per comprare i titoli di stato delle
sovranità più a rischio, compresa l’Italia, e far abbassare lo spread. Si lo
spread!
Dunque, non per creare posti di lavoro, non per dare ossigeno e fondi alle imprese e magari eliminare il cuneo
fiscale e l’Irap in Italia -gravosissimi, non per creare “comunità” ma solo e
semplicemente per far rientrare gli investimenti dei “Titoli di Stato”
acquisiti dalle Banche Nazionali, che ormai non rendono più.
E’ questa l’Europa auspicata dalle banche? Non una traccia di creazione di
lavoro “comunitario”(ogni nazione-vedi la Germania-Francia che si strutturano
secondo una propria identità imponendo un proprio modello), non un trattato a
protezione degli stati più a rischio(Debito Pubblico), per riqualificarne le
tradizioni, la cultura e le imprenditorialità, non un cenno
sull’interdipendenza economica degli Stati e di misure atte a sviluppare una
politica di non recessione.
E come se non bastasse, ogni paese dell’UE sta perdendo anche la
dignità delle proprie autoctone produzioni, che si sono arricchite, in
millenni, faticosamente, perché infangate da una generalizzazione(qualitativa)
che non ha fine, per il latte, la cioccolata, la pasta, i salumi, vino, etc. tutto,
ormai, si è “voluto”standardizzato. Non possiamo produrre più latte, pescare
tonno, coltivare aranci(domandate in giro quale sia l’effettiva quantità
lasciata a perdere perché non vendibile oltre una certa quantità prodotta).
Perciò la Goldman Sachs stia tranquilla. Gli Italiani sono Europei e si riconoscono nell’Europa e nella UE e rispettano il governo di
Strasburgo. Ma vorrebbero che la politica
parlasse più degli Stati e delle loro problematiche che delle Banche e
dei loro interessi.
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