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venerdì 29 marzo 2013

Le banche d'affari e il potere: Obtorto collo

Le banche d'affari e il potere: Obtorto collo    a cura di natale capodiferro

Malvolentieri si apprende che sarebbero alcuni politici italiani(nella fattispecie il Movimento 5 Stelle) a volere l’uscita dall’Euro,  quando ne hanno invece chiesto chiesto il solo referendum esplorativo e, a nulla è servito declinare l’invito a non considerasi  anti euro da parte di tutte le forze politiche. Semmai quello che sconcerta, noi italiani, è che non siamo gli unici a chiedere la  ridefinizione dei trattati, le relazioni economico-sociali che dovrebbero legare le singole Nazioni nella comunità europea. Forse allo stato attuale più che di politica in senso stretto, sarebbe più giusto, ad una analisi più integrata, parlare di politica economico-finanziara, si badi bene in quanto intesa come  l’ ECONOMIA derivante dalla FINANZA, dell’Area Euro, poiché nulla a che vedere con l’integrazione politica europea. Se pensiamo che non c’è nell’EU, un parlamento politico che possa indirizzare scelte che non siano dell’apparato della BCE, e che altri componenti politiche italiane-  hanno e stanno affermando che l’Italia DEVE intervenire per cambiare le regole-,  e che le maglie stiano divenendo sempre più strette per l’Italia per districarsi tra debito pubblico e recessione/crescita, dobbiamo allora pensare  che l’UE, quello che la stragrande maggioranza delle persone pensa, è solo finanza, indotta diremo, visto l’esempio di Cipro oggi e la Grecia e l’Italia ieri .
Che la Goldman Sachs si sia potuta esprimere -per ben due volte- in parere su una “figura” politica di uno Stato Sovrano  è di tutta evidenza l’ingerenza, così come lo sono  l’interferenza delle Banche ed Istituti Finanziari che entrano, ma lo sono già e a chiare mani,  nei poteri di quasi tutti gli Stati Europei e non. E  questo Noi non lo desideriamo perché non vogliamo essere governati dalle Banche.
Vogliamo, invece, che siano al servizio dei cittadini e delle imprese e non li imbottiscano di titoli senza valore, anzi, come successo, che li indebitino ancor di più. Vogliamo che l’Europa sia la corrispondenza logica di una politica-sociale delle nazioni che vi partecipano e non la lotta finanziaria  di multinazionali finanziarie, di Banche d’affari e Banche Nazionali, conseguentemente e coerentemente con l’ipotesi originaria dei padri fondatori. Desidereremmo che le Nazioni principali (Germania e Francia in testa) e la Troika (BCE/FMI/UE a cui si aggiunge anche la FRS –Federal Reserve System degli USA )che oggi impongono  a Cipro, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda, etc. di prelevare i soldi dai conti correnti dei cittadini o inducono pesantissime e gravose tassazioni attraverso presunte riforme, intervengano per risanare la situazione economica  aiutando e costruendo un futuro (lavoro)europeo, poiché è loro interesse, e non perché- e questa è la vera ragione, per recuperare il denaro - che con lo spread così alto ormai non ha più valore redditizio-  che le  loro Banche hanno “speso”comprando i titoli nazionali di quegli Stati.
E che addirittura possano esprimere opinioni sui governi ed indicarne “positività”(Governo Monti) o negatività( Movimento 5 Stelle) è la chiara indicazione che oggi la politica la indica il potere finanziario e che il cittadino ha perso ogni riconoscibilità.
Con disappunto è facile oltremodo notare che proprio le banche sono state aiutate, con ingenti finanziamenti ad irrisori tassi di interesse dalla BCE, non i cittadini, e per cosa? Si indovini? Per comprare i titoli di stato delle sovranità più a rischio, compresa l’Italia, e far abbassare lo spread. Si lo spread!
Dunque, non per creare posti di lavoro, non per dare ossigeno e fondi  alle imprese e magari eliminare il cuneo fiscale e l’Irap in Italia -gravosissimi, non per creare “comunità” ma solo e semplicemente per far rientrare gli investimenti dei “Titoli di Stato” acquisiti dalle Banche Nazionali, che ormai non rendono più.
E’ questa l’Europa auspicata dalle banche? Non una traccia di creazione di lavoro “comunitario”(ogni nazione-vedi la Germania-Francia che si strutturano secondo una propria identità imponendo un proprio modello), non un trattato a protezione degli stati più a rischio(Debito Pubblico), per riqualificarne le tradizioni, la cultura e le imprenditorialità, non un cenno sull’interdipendenza economica degli Stati e di misure atte a sviluppare una politica di non recessione.
E come se non bastasse, ogni paese dell’UE sta perdendo anche la dignità delle proprie autoctone produzioni, che si sono arricchite, in millenni, faticosamente, perché infangate da una generalizzazione(qualitativa) che non ha fine, per il latte, la cioccolata, la pasta, i salumi, vino, etc. tutto, ormai, si è “voluto”standardizzato. Non possiamo produrre più latte, pescare tonno, coltivare aranci(domandate in giro quale sia l’effettiva quantità lasciata a perdere perché non vendibile oltre una certa quantità prodotta).
Perciò la Goldman Sachs stia tranquilla. Gli Italiani sono Europei e si riconoscono nell’Europa e nella UE e rispettano  il governo di  Strasburgo. Ma vorrebbero che la politica  parlasse più degli Stati e delle loro problematiche che delle Banche e dei loro interessi.  

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